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Thyrus


Thyrus

Siamo a Terni, in Umbria, nel cui territorio la leggenda narra che un tempo vivesse un mostro, dalle sembianze di drago, che terrorizzava la popolazione locale e la asfissiava con l'alito pestifero che sprigionava dal muso.

Nessuno poteva avventurarsi in quelle zone senza rischiare di incontrare la bestia, che spinta dalla fame a volte si avvicinava fino alle porte della città.

Il Consiglio degli Anziani decise quindi di riunirsi per cercare di venire a capo della situazione e trovare un rimedio.


Convocarono parecchi (sedicenti) eroi, ma tutti rifiutarono di affrontare il drago.

Ormai disperati gli Anziani stavano per abbandonare l'idea, quando si presentò loro un ragazzo vestito di tutto punto in armatura completa e lucida, che si disse sicuro di poter sconfiggere il mostro.

Il giovane partì, e trovò il drago ai margini di un boschetto, apparentemente distratto.

Decise di cogliere l'occasione e scattò per trafiggerlo, ma proprio all'ultimo secondo il drago si alzò ed evitò il colpo.

Iniziò così una battaglia durante la quale il giovane colpì svariate volte il drago, che però pareva non accusare i colpi.


Tutto d'un tratto invece successe qualcosa di inaspettato.

Il sole si rifletté sull'armatura del ragazzo, e i lampi di luce accecarono il drago, che per qualche momento abbassò la guardia, e venne trafitto da parte a parte dalla lancia del giovane.

Alcuni cittadini, che avevano assistito da lontano a tutto il combattimento, corsero in città a dare la lieta notizia, e in brevissimo l'intera popolazione accorse sul posto per festeggiare la cessata minaccia.

L'origine di tale leggenda è da ricercare probabilmente nel fatto che un tempo tutta la zona del ternano era in gran parte paludosa, e la malaria aveva vita facile diffondendo il suo "alito" pestilenziale. In seguito i terreni vennero bonificati, e sia paludi che malaria divennero un ricordo, identificato con la sconfitta del drago.

Thyrus, il cui nome italianizzato è Tiro (probabilmente derivato dal simile mostro/drago siciliano Tiraciatu), è presente nello stemma della città di Terni, e la storia diede anche vita al motto: "Thirus et Amnis Dederunt Signa Teramnis", ossia "Il Tiro e il fiume diedero le insegne a Terni".

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