Teseo Re (4) - La discesa nel Tartaro
- Alla scoperta del mito
- 13 apr
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Per Teseo gli anni della giovinezza erano ormai lontani e, nonostante la conservata possanza fisica, i capelli bianchi gli ricordavano giorno dopo giorno l'incessante passare del tempo.
Al fine di ricordare i fasti delle sue imprese, decise di partire in cerca di avventure col suo vecchio amico Piritoo, re dei Lapiti.
Il loro peregrinare li portò a Sparta, regno di Tindaro, proprio mentre si stava tenendo un banchetto al tempio di Artemide.
Qui giovanissime e bellissime ragazze danzavano e festeggiavano, ma una in particolare catturò l'attenzione dei due uomini.
Il suo nome era Elena, e si riteneva fosse addirittura figlia di Zeus.
Teseo e Piritoo, colti da un raptus di lussuria, decisero di rapire la giovanissima ragazza, e visto che entrambi avevano intenzione di prenderla in moglie, decisero di estrarre a sorte colui che tra loro due l'avrebbe effettivamente sposata. Il fato arrise a Teseo, che per sdebitarsi con l'amico gli promise che lo avrebbe aiutato a trovare una sposa di eguale bellezza.
Dopo aver affidato la giovanissima Elena al fidato amico Afidno, in Attica, i due decisero di recarsi dall'Oracolo di Delfi per chiedere indicazioni sul luogo in cui trovare uno così altrettanto stupenda donna per Piritoo.
L'Oracolo rispose in modo quasi ironico che avrebbero potuto recarsi nel Tartaro e rapire Persefone, la più bella e nobile delle figlie di Zeus.
Teseo rimase incredulo, ma Piritoo prese sul serio la risposta e convinse ben presto l'amico a onorare il giuramento e a seguirlo nel Tartaro.
Arrivati al palazzo di Ade, marito di Persefone, i due spiegarono il motivo della loro venuta. Il dio degli dèi simulò comprensione e ospitalità, e li fece accomodare su due sedie per permettere loro di riposarsi dopo tanto viaggiare.
Le sedie però erano una trappola, si trattava infatti delle "sedie dell'oblio": appena qualcuno si sedeva su una di esse, la sedia diveniva carne della carne del malcapitato, il quale quindi non sarebbe mai più riuscito a liberarsene.
I due rimasero per circa quattro anni imprigionati in questo modo, fin quando Eracle scese nel Tartaro durante il compimento di una delle sue fatiche, e riconobbe il suo vecchio amico.
Dopo concessione di Persefone, il forzuto eroe cercò di liberare Teseo, e ci riuscì con uno strappo lacerante.
Al momento di liberare Piritoo, però la terra cominciò a tremare: dopotutto era stato proprio Piritoo l'ispiratore di quella sciagurata idea; Eracle dunque desistette e Piritoo restò nel Tartaro per sempre.
Ritornato al mondo dei vivi, Teseo venne a sapere che Elena era stata trovata e riportata a casa dai Dioscuri Castore e Polluce, suoi fratelli.
Teseo tornò quindi ad Atene, e si preparò a vivere in solitudine gli ultimi anni della sua vita.
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