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Pedamentina


Pedamentina

Oggi parliamo della Pedamentina, una scalinata che a Napoli non è solo un semplice insieme di gradini, ma molto di più. Partendo dall'aspetto logistico, essa fu inizialmente pensata e costruita per collegare meglio la parte alta della città con il centro storico. Nello specifico, la sua creazione risale agli inizi del 1300; in quel periodo il principe Carlo d'Angiò aveva scelto la collina del Vomero come sede per la Certosa di San Martino. Accanto alla Certosa negli stessi anni stava sorgendo anche Castel Sant'Elmo; siccome occorreva una via più semplice e diretta per far arrivare i materiali da costruzione, gli architetti Tino di Camaino e Francesco di Vito, i quali stavano già lavorando al Castello, furono incaricati di realizzare anche la Pedamentina.


Attualmente la Pedamentina è considerata Patrimonio dell'Unesco, ed effettivamente dona la possibilità di ammirare panorami mozzafiato; percorrendola, si ha l'impressione di "sezionare" in senso obliquo la città, partendo dal piazzale antistante la Certosa di San Martino e arrivando fino ai Quartieri Spagnoli (se si sceglie di non fermarsi al Corso V. Emanuele una volta terminati i gradini ma di continuare a scendere).


Tra le storie vere che riguardano questa scalinata composta da ben 414 gradini, c'è quella riguardante il poeta Charles Baudelaire, il quale, durante il suo periodo napoletano, pare soggiornò in uno degli edifici situato proprio lungo questa strada lunga quasi 3 km.


Ovviamente, accanto alla parte vera e storica c'è quella leggendaria. I racconti esoterici non riguardano solo la Pedamentina, ma includono anche (data la vicinanza geografica) Castel Sant'Elmo e la sua forma così peculiare. Il forte infatti, visto dall'alto, presenta una pianta stellare a sei punte. Tale caratteristica è dovuta in primis alla volontà di fornire alla roccaforte una posizione di strategia e difesa insieme, ma sembra sia anche legata all'aspetto simbolico dell'esagramma, il quale rappresenterebbe l'unione del mondo spirituale con quello materiale.


Proprio a proposito di spiriti, pare che Castel Sant'Elmo ne sia pieno. Esso è conosciuto per aver ospitato prigionieri "celebri", tra cui Tommaso Campanella e Luisa Sanfelice. Inoltre, nei numerosi attacchi subìti lungo il corso della storia, si diffuse l'usanza barbara di lasciar morire i detenuti senza seppellirli, e ancora oggi di notte è possibile sentire urla e lamenti agghiaccianti, anche se i più razionali affermano siano soltanto i rumori causati dal vento che passa attraverso le numerose feritoie.


Per quanto riguarda la Pedamentina, molti dicono di aver visto uno spettro vestito di bianco spaventare i passanti lungo il percorso; alcuni, mentre percorrevano quest'affascinante strada, sono improvvisamente caduti, dicendo di aver chiaramente sentito qualcuno che li spingesse ma di essere soli in quel preciso momento.


Ancora, subito dopo la prima rampa, partendo dal piazzale della Certosa, c'è una vecchia costruzione, ormai abbandonata e fatiscente. Nei secoli precedenti, anch'essa veniva usata come luogo di detenzione per i prigionieri, i cui corpi venivano lasciati lì dalle guardie reali e finivano con l'essere divorati dai topi. Tempo dopo, tale struttura fu acquistata per essere adibita a stalla, ma i nuovi proprietari non riuscirono mai nell'intento: tutti gli animali infatti morivano dopo poco senza alcuna spiegazione logica, e la fama di essere un edificio maledetto e stregato gli impedisce tuttora di essere messo in vendita e utilizzato per altri scopi.


Tuttavia, la storia più famosa della Pedamentina (e probabilmente anche quella che regala più brividi) è quella della bambina e della sua amica immaginaria. Una bambina, che abitava in una delle case situate lungo la scalinata, cominciò ad assumere strani comportamenti. Giocava da sola, rideva e parlava da sola, cominciò a intristirsi senza alcun motivo apparente: quando i genitori le chiesero spiegazioni, lei rispondeva che giocava con la sua nuova amichetta, donando persino il nome e una descrizione di questa bambina. In un primo momento questa cosa non destò preoccupazioni, perché i genitori motivarono tale comportamento con la tipica fantasia infantile che spesso porta a inventare un amico immaginario. Tuttavia, più il tempo passava e più le condizioni della bambina peggioravano: arrivò infatti ad ammalarsi e purtroppo a morire. Distrutti dal dolore, i genitori decisero di lasciare l'appartamento in cui erano vissuti, ma prima di andare via, si premurarono di risistemarlo. Un giorno i due, mettendo a posto in una sorta di soffitta, trovarono dei documenti mai visti prima, i quali riportavano l'esistenza di una bambina vissuta e morta in quella stessa casa molti anni prima, che aveva proprio il nome e l'aspetto descritti dalla figlioletta morta...


Alla luce di questi racconti, voi percorrereste la Pedamentina, magari di sera?

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