Odissea (2) - La Guerra di Troia
- Alla scoperta del mito
- 13 apr
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Odisseo e Penelope vissero anni felici a Itaca, durante i quali ebbero anche un figlio, Telemaco, ma la loro serenità venne interrotta da una notizia che giunse in città come un fulmine: Elena, la moglie di Menelao re di Sparta, era stata rapita da Paride di Troia.
Menelao, appellandosi al giuramento che avevano sottoscritto, chiamò a raccolta tutti gli uomini che anni prima avevano corteggiato Elena, al fine di aiutarlo a riportare indietro la moglie.
Sorprendentemente, proprio Odisseo che fu il promotore del giuramento, fu riluttante a rispondere alla chiamata del sovrano.
Rifiutò di unirsi alla missione non per codardia, ma perché era stato avvisato dal veggente Aliterse che se fosse andato a Sparta, avrebbe avuto tantissime difficoltà per poi tornare in patria.
Quindi, per evitare di partire, Odisseo si finse pazzo: ogni giorno arava un campo usando un bue e un asino legati insieme, e allo stesso tempo lanciava manciate di sale alle sue spalle.
Quando Palamede, l'uomo inviato per reclutarlo, vide la scena, non fu però convinto delle azioni di Odisseo. Strappò quindi Telemaco dalle braccia di Penelope, e lo pose in terra sulla strada che gli animali di Odisseo avrebbero di lì a poco attraversato. Odisseo subito arretrò tirando le redini per risparmiare il figlio smascherando la sua macchinazione, e cedette ad arruolarsi nella spedizione.
Salutò moglie e figlio e si preparò a partire, giurando di non perdonare mai Palamede per averlo allontanato dalla famiglia.
Quando i greci misero insieme un esercito per assaltare Troia, Odisseo venne a conoscenza di una profezia di Calcante, che diceva che i greci avrebbero vinto la guerra solo se Achille avesse preso parte alla battaglia.
Odisseo partì quindi alla ricerca del semidio, e venne a sapere che si nascondeva vestito da donna alla corte di Licomede. Si travestì a sua volta da mercante, e riuscì a riconoscere il giovane ponendo armi tra le ceste di vestiti da donna, rivelando così la vera natura del giovane che venne subito attratto da spade e armature.
A guerra inoltrata, Odisseo escogitò poi un piano per penetrare le invalicabili mura di Troia. Ordinò la costruzione di un enorme cavallo in legno, nel ventre del quale presero posto lui e altri grandi guerrieri greci, e diede mandato che venisse lasciato ai piedi delle porte della città, mentre gli altri combattenti greci avrebbero dovuto fingere di prendere la via del mare.
I troiani, credendo la guerra così finita, aprirono le porte e trasportano il cavallo dentro le mura, considerandolo un dono divino.
Durante la notte però i guerrieri greci sbucarono fuori, e fecero entrare tutto il resto dei greci che aspettava ben appostato all'esterno.
I greci spazzarono via i troiani e saccheggiarono la città, vincendo così una guerra che durava da ben dieci anni.
L'astuzia e la strategia di Odisseo avevano avuto un ruolo fondamentale e, molto probabilmente, senza di lui i greci non avrebbero mai sconfitto Troia.
Prima di partire di nuovo verso Itaca, però Odisseo doveva vendicarsi di Palamede.
Lo convinse allora a entrare in un pozzo, dicendogli che ci fosse ben nascosto in profondità un tesoro eccezionale. Palamede entrò nel pozzo, e dopo pochissimi istanti Odisseo iniziò a lanciare pietre nella cavità seppellendo ben presto Palamede in fondo al pozzo.
Ora che tutto era stato sistemato, Odisseo poteva prepararsi per tornare a Itaca...
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