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Le fatiche di Eracle (3) - La cerva di Cerinea



Cerva di Cerinea

Il compito assegnato a Eracle per la sua terza impresa fu quello di catturare la famosa cerva di Cerinea.


La bestia era un animale sacro alle divinità, con corna d'oro e zampe d'argento e bronzo, che aveva la capacità di fuggire senza mai fermarsi, e di incantare i suoi inseguitori, trascinandoli in paesi dai quali non sarebbero mai più tornati.


Proprio a causa della sacralità della cerva, Euristeo ordinò a Eracle di catturarla viva, e di non spargere nemmeno una goccia di sangue appartenente all'animale.


Eracle si mise subito sulle tracce dell'animale e iniziò un inseguimento che durò per circa un anno, arrivando durante il cammino addirittura nel favoloso paese degli Iperborei all'estremo nord del mondo.


Un giorno la cerva salì su un monte di nome Artemisio e, mentre cercava di attraversare il fiume Ladone, Eracle la colpì con una freccia in un punto cartilagineo della zampa, e quindi privo di vasi sanguigni.


L'eroe legò la bestia e se la caricò sulle spalle, intraprendendo così il lungo viaggio di ritorno.


Lungo la strada, tra i boschi dell'Arcadia, Eracle venne fermato da Apollo e Artemide, che lo rimproverarono di aver cercato di uccidere un animale sacro, ma compresero infine che Eracle stava seguendo la volontà di Euristeo, istigato da Era, e non certo la propria, e acconsentirono così a che l'eroe potesse portare a Micene l'animale per dimostrare il successo dell'impresa.


La cerva arrivò quindi sana e salva a Micene, dove venne consegnata a Euristeo che infine la liberò.


Eracle attendeva ora la sua prossima fatica.



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