Le fatiche di Eracle (2) - L'Idra di Lerna
- Alla scoperta del mito
- 13 apr
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Per la seconda impresa, il re Euristeo ordinò a Eracle di uccidere una tremenda creatura che viveva nella regione dell'Argolide, l'Idra.
Eracle partì subito, e stavolta portò con lui suo nipote, nonché quasi inseparabile compagno, Iolao.
Durante il tragitto, i due si imbatterono in un villaggio devastato dalla creatura, e qui un sopravvissuto al massacro gli indicò la via per la tana della bestia.
Eracle e Iolao avanzarono nella fetida palude che gli era stata indicata, fin quando trovarono la caverna in cui riposava la creatura.
Per cercare di far uscire l'Idra, Eracle iniziò a scoccare frecce infiammate nella caverna, e riuscì nell'intento.
Dalla caverna emerse una creatura gigantesca con svariate teste, già pronta e decisa ad attaccare i due disturbatori.
Nonostante la mole e la forza dell'Idra, Eracle riuscì a schivare agilmente tutti gli attacchi della bestia, e con un potentissimo colpo di clava riuscì addirittura a schiacciare una delle teste del mostro.
La soddisfazione dell'eroe venne però sopraffatta dallo stupore, quando vide che al posto della testa appena schiacciata ne erano istantaneamente apparse altre due.
Eracle però non si perse d'animo, e continuò a combattere con rabbia e determinazione, ma per ogni testa che schiacciava, altre due ne spuntavano fuori.
Iolao gli disse quindi di fermarsi, perché non stava facendo altro che rendere l'eliminazione della creatura sempre più difficile.
Capendo che in questo modo non avrebbero mai potuto sconfiggere l'Idra, ai due venne l'idea di dare fuoco ai moncherini delle teste man mano schiacciate.
Eracle allora continuò nella sua azione con la clava, mentre Iolao si preoccupava di cauterizzare le ferite della creatura con una torcia.
In questo modo era solo questione di tempo prima di porre fine all'esistenza dell'Idra.
Non avevano però fatto i conti con Era, che assistendo a una molto probabile altra vittoria dell'odiato eroe, mandò il Carcino (un grosso granchio) affinché distraesse Eracle.
Il piano funzionò solo per qualche istante, giusto il tempo per Eracle di accorgersi del granchio e di schiacciarlo con un tallone.
Era ricompensò in seguito il Carcino assegnandogli la costellazione del Cancro.
Eracle e Iolao distrussero allora le teste rimanenti, ma una, quella più grossa, pareva immortale e resistente anche al fuoco. L'eroe quindi gettò la bestia in una enorme buca del terreno, e la sigillò con un'imponente roccia.
Prima di andare via, Eracle bagnò le sue frecce col velenosissimo sangue della creatura, ottenendo così un'arma ancora più letale del solito.
L'Idra era sconfitta, ed Eracle tornò ancora una volta vittorioso a Micene, e ancora una volta tra lo stupore generale.
Era ora pronto ad accettare la terza impresa.
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