Le Argonautiche (6) - Il combattimento di Polluce
- Alla scoperta del mito
- 10 apr
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Il combattimento di Polluce
Di nuovo in cerca di acqua fresca per rifocillarsi, gli Argonauti arrivarono all'isola di Bebrico, dove trovarono una splendida sorgente che faceva proprio al caso loro.
Tuttavia, non appena si avvicinarono alla fonte, un enorme uomo si parò dinanzi agli eroi.
L'uomo, estremamente forte e spaventoso, disse di chiamarsi Amico, e sosteneva che quella fonte fosse stata creata per lui, re dei bebrici, nientemeno che da Poseidone, signore degli oceani.
Disse agli eroi che di solito non lasciava bere quell'acqua a nessuno, ma che per loro avrebbe fatto un'eccezione, a patto che uno di loro lo affrontasse, e battesse, in un incontro di pugilato.
Gli Argonauti si guardarono per decidere il da farsi, quando a un tratto si offrì volontario Polluce, immediatamente deriso da Amico, che lo considerava gracilino.
Suo fratello Castore cercò di dissuaderlo, spaventato dall'immensa mole di Amico, ma Polluce dichiarò di essere figlio di Zeus, e che proprio come suo padre non si sarebbe mai tirato indietro.
I due combattenti si fronteggiarono, e Amico sferrò subito un potente colpo allo stomaco di Polluce, che perse completamente fiato e si inginocchiò.
Mentre Polluce era a terra cercando di riprendere aria, il gigante si beffò di lui e chiese agli altri se quel ragazzo fosse davvero il migliore che avevano da offrire.
Polluce però non batté ciglio, si rialzò e disse che il combattimento non era ancora finito.
Furioso, Amico cercò di colpire con pugni ancora più potenti Polluce, che però li schivò tutti con grande agilità.
A ogni colpo mancato dal gigante, la sua frustrazione cresceva, e cercando di colpire sempre più forte sprecava via via sempre più energie.
Nel frattempo, Polluce concentrava i suoi attacchi sui fianchi di Amico, cercando di sfiancarlo ancora più in fretta.
Quando Amico diede i primi segni di cedimento, Polluce decise di attaccare con una rapida sequenza di pugni, e con un potente montante al mento mise prima il gigante sulla difensiva e poi lo mandò al tappeto.
Nonostante Amico avesse dichiarato un combattimento alla morte, il gigante si ritrovò a implorare per la sua vita.
Polluce lo afferrò per i capelli e gli chiese se lui avesse mai mostrato misericordia per i suoi avversari.
Alla risposta negativa, Polluce uccise il gigante, scatenando l'ira dei bebrici accorsi a osservare il combattimento.
Gli Argonauti ebbero facile sopravvento sulla folla, riempirono le loro otri e ripartirono, ben consapevoli di avere tra loro il più grande pugile del mondo.
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