Le Argonautiche (3) - Gli Argonauti nel regno delle donne
- Alla scoperta del mito
- 10 apr
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Il viaggio di Giasone e gli Argonauti procedeva spedito attraverso il mare Egeo alla ricerca del Vello d'Oro.
Argo, la nave sulla quale viaggiavano, era un eccellente vascello e affrontava il mare aperto con abilità senza precedenti, e gli eroici marinai che componevano la ciurma più gloriosa mai esistita remavano con grande ritmo e vigore.
Durante il viaggio avvistarono un'isola all'orizzonte e decisero di dirigercisi per rifornire le loro provviste.
Ciò che non sapevano era che quella era l'isola di Lemno, luogo dove di recente erano accaduti eventi inquietanti: qui, infatti, per decenni le donne erano state maltrattate dai loro mariti, fino allo scoppio di una grande ribellione dovuta al fatto che gli uomini portarono sull'isola nuove mogli dalla Tracia.
Le donne attaccarono tutti gli uomini, e molti morirono, mentre i pochi sopravvissuti alla furia delle donne fuggirono dall'isola.
Da quel punto in poi sull'isola di Lemno la presenza di uomini fu vietata, e ogni tentativo di ripresa del potere "maschile" fu respinto dalle donne guerriere.
Quando gli Argonauti sbarcarono, furono subito da accolti da un minaccioso esercito che non esitò a puntare le frecce verso gli eroi.
Giasone scelse Eione come emissario, e gli disse di parlare con la regina di Lemno.
Eione, figlio di Ermes, possedeva il dono dell'eloquenza e della persuasione, e di fronte a Ipsipile, regina di Lemno, usò tutto il suo carisma per convincere la donna che il suo gruppo aveva buone intenzioni, e che desiderava solo rifornirsi d'acqua.
Ammaliata dalle parole di Eione, la regine Ipsipile convinse le altre donne che non potevano più continuare a vivere in quel modo.
Avevano bisogno degli uomini per svolgere lavori pesanti, e lo sviluppo dell'isola era praticamente fermo.
Pertanto, la regina ordinò che gli Argonauti venissero fatti entrare e offrì loro molti doni oltre a un regale banchetto che durò per giorni.
Furono ovviamente giorni piacevoli e festosi, e gli Argonauti quasi dimenticarono la loro missione.
Eracle, rimasto sulla nave per tutto il tempo, decise che non ne poteva più e sceso sulla terraferma rimproverò i suoi colleghi per aver dimenticato sia il loro dovere, sia il fatto di avere a casa mogli e figli che aspettavano il loro ritorno.
Gli uomini tornarono quindi sulla nave con vergogna, e le donne, che inizialmente erano pronte a ucciderli, furono molto tristi nel vederli partire.
Anche perché molte di queste portavano ormai in grembo il seme della vita che avrebbe dato poi il via a una nuova generazione di uomini sull'isola.
Gli Argonauti ripartirono e raggiunsero lo stretto di Ellesponto (attuale Turchia), pattugliato dalle navi troiane sotto gli ordini di re Lico, che vietava il passaggio agli stranieri senza permesso.
Gli eroi decisero di attraversare quelle acque sorvegliate di notte, e con l'aiuto di Linceo, che aveva una vista acutissima, riuscirono a superare quei mari pericolosi e a continuare il viaggio verso la loro destinazione...
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