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Le Argonautiche (1) - La nascita del mito



Giasone e Pelia

Nella città di Iolco, nel nord della Grecia, il re Creteo era appena morto e i suoi due figli si stavano preparando alla lotta per il trono.


Esone era il primogenito, ma Pelia fratellastro da parte di madre sosteneva il suo diritto alla corona, e sfruttando l'appoggio di suo padre Poseidone riuscì a spuntarla e a usurpare il trono del fratello.

Salito al comando, Pelia si recò ben presto da un oracolo per sapere se una qualche minaccia incombesse sul suo trono.


La sacerdotessa di Apollo gli disse che avrebbe regnato a lungo finché non sarebbe giunto dinanzi a lui un uomo con un solo sandalo, che avrebbe causato la sua fine.

Da quel momento Pelia smise di guardare le persone negli occhi, soffermandosi invece sui piedi, con il costante timore di incontrare l'uomo predetto.


Nel frattempo, Alcimede, moglie di Esone, decise di nascondere il suo piccolo figlio Giasone mandandolo lontano e affidandolo alle cure del centauro Chirone, affinché badasse alla sua educazione e lo sottraesse alle violenze di Pelia.

Chirone insegnò a Giasone le arti della caccia e del combattimento, e quando questi era ancora un adolescente si ritrovò ad affrontare un pericoloso leopardo che da tempo terrorizzava i pastori della zona.

La bestia attaccò il giovane, che però grazie alle conoscenze apprese da Chirone riuscì a difendersi e ad avere la meglio sul leopardo prendendo come trofeo la pelle dell'animale, che da quel momento usò come mantello e come simbolo della sua forza.

Quando Giasone compì venti anni, Chirone gli rivelò chi fosse davvero; gli spiegò che aveva diritto al trono di Iolco e che ora, ormai adulto, doveva lottare per ciò che gli spettava.


Il ragazzo quindi si armò e partì per Iolco, e lungo il cammino giunse al fiume Anauro in piena sulle cui sponde vide una vecchina che chiedeva aiuto perché non riusciva a guadare il corso d'acqua.

Giasone caricò allora la donna sulle spalle, e i due raggiunsero la riva opposta sani e salvi.

Tuttavia, uscendo dall'acqua, Giasone si accorse che uno dei suoi sandali era stato portato via dalla corrente, e non solo.

La vecchina si era trasformata in una stupenda donna: si trattava di Era, travestita per mettere alla prova la bontà degli uomini, e che benedisse Giasone per la gentilezza mostrata.


Giasone arrivò a Iolco, e la notizia di uno straniero con un solo sandalo non tardò ad arrivare a Pelia.

Il ragazzo fu condotto dal re, che cercò di mascherare la tensione mista a paura, e qui iniziò a reclamare il trono a cui aveva diritto, premettendo che non cercava vendetta e che avrebbe lasciato allo zio ogni ricchezza accumulata in cambio del trono.

Pelia accettò le condizioni, a patto che il ragazzo viaggiasse fino alla Colchide e prendesse il Vello d'oro.

Solo in questo modo avrebbe infatti saputo di lasciare il regno nelle mani di un re degno e coraggioso.

Giasone accettò senza timore la proposta dello zio e iniziò i preparativi di una delle più grandi avventure della mitologia greca...



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