Kiyohime
- Alla scoperta del mito
- 2 giorni fa
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Secondo le antiche leggende giapponesi risalenti al periodo Heian (794-1185), Kiyohime (il cui nome significa letteralmente "Principessa pura") era la figlia di un capovillaggio (o signore di un villaggio), la cui famiglia era abbastanza ricca da fornire alloggio ai sacerdoti e ai monaci che intendevano riposarsi durante i loro lunghi e faticosi viaggi verso il famoso santuario di Dojoji.
Un giorno come tanti altri, un monaco di nome Anchin si fermò in casa loro, e trovandosi di fronte la graziosa Kiyohime, la accarezzò dolcemente e le regalò un rosario.
Ciò che il monaco non poteva sapere era che quel gesto di innocente gentilezza si sarebbe rivelato la sua rovina.
Kiyohime infatti si innamorò praticamente all'istante di Anchin e iniziò a tormentarlo.
Letteralmente.
Quando Anchin, stanco delle continue avances della ragazza, decise di continuare il suo viaggio questa lo inseguì, fino a raggiungerlo sulle rive del fiume Hidaka. Il monaco si imbarcò in fretta e furia sul traghetto per passare dall'altro lato, e diede precisi ordini di non far salire la ragazza.
Kiyohime, infuriata, si gettò in acqua e cercò di raggiungere a nuoto l'imbarcazione fin quando, durante il guado, si fermò e si trasformò in un enorme serpente acquatico.
Anchin, stupefatto da tale avvenimento, fuggì a perdifiato nel tempio, dove chiese aiuto agli altri sacerdoti, che lo nascosero nella enorme campana del santuario.
Quando anche il serpente Kiyohime arrivò fiutò l'odore del monaco nella campana, e impossibilitato a tirarlo fuori, prese ad avvolgere l'enorme campana nelle sue spire, colpendola ripetute volte con la coda e sputando fuoco che infine fuse la campana e uccise il povero monaco.
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Della storia esistono svariate versioni:
In alcune Kiyohime era una servitrice del tempio di Hidaka, e Anchin fuggì nella campana della pagoda di Dojoji, dove venne raggiunto e ucciso con un morso velenoso;
In altre, l'incendio provocato dalla campana fusa uccise anche Kiyohime;
Secondo altre versioni Kiyohime non riuscì mai a trovare il monaco, ma non riuscì mai nemmeno a tornare in forma umana e fu costretta a restare per sempre in versione serpentina.
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La leggenda di Kiyhome nella cultura giapponese sta a simboleggiare la potenza e la violenza della gelosia, dell'amore non corrisposto e della vendetta. Potenza tale da generare un dolore talmente intenso da riuscire a far crollare montagne e incendiare templi, con Kiyohime che è l'immagine di ciò che resta dopo tale sofferenza: un'anima costretta a vagare come cenere senza mai trovare pace.
La sua storia ispira ancora oggi tantissimi artisti, e infatti è possibile ritrovarne esempi sia nella letteratura moderna sia nel teatro Noh che in quello Kabuki
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