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Ignazio di Antiochia


Ignazio di Antiochia
Martirio di Sant'Ignazio di Antiochia - Cesare Fracanzano (1650)

Ignazio di Antiochia


Conosciuto anche come Sant'Ignazio, Ignazio di Antiochia fu un Padre Apostolico del primo Cristianesimo.

Tra i leader cristiani vissuti alla fine del primo secolo e all'inizio del secondo, fu in diretto contatto con gli apostoli di Gesù.

Fu inoltre il vescovo di Antiochia, un incarico ecclesiastico che era stato precedentemente detenuto da San Pietro, e fu discepolo di Giovanni l'Evangelista.


Ignazio nacque in un periodo molto tumultuoso nella storia della Chiesa, quando i cristiani erano spesso perseguitati dall'Impero Romano.

Si ritiene che sia nato intorno al 35 d.C. e fu convertito in età adulta proprio da Giovanni l'Evangelista.

Secondo la tradizione, venne nominato nel 69 secondo successore di Pietro, dopo sant'Evodio, come vescovo di Antiochia, e fu condannato "ad bestias" (ossia uccisione per via di animali feroci riservata a schiavi e criminali di basso rango) al Colosseo durante il regno di Traiano.

Venne per questo imprigionato e condotto da Antiochia a Roma sotto scorta, affinché la sua condanna venisse eseguita.


Durante il viaggio scrisse sette epistole alle chiese che incontrava lungo il suo cammino; nelle prime tre ringraziava le comunità dell'Asia Minore per le dimostrazioni d'affetto e di supporto; nella quarta supplicava i Romani di non impedire il suo martirio, in quanto desideroso di ripercorrere la passione di Gesù; mentre le ultime tre furono rivolte alle chiese di Filadelfia, di Smirne e di Policarpo, per chiedere ai fedeli di congratularsi con la comunità di Antiochia, oggetto di persecuzioni.


Nelle sue lettere appare per la prima volta l'espressione "Chiesa cattolica", tutt'ora ritenuto un neologismo da lui creato, e tali epistole furono fondamentali per conoscere le condizioni e l'ordinamento della chiesa di quel tempo.


Raggiunta Roma, Ignazio subì il martirio nell'Urbe durante l'anno 107, e fu dato in pasto alle belve durante i festeggiamenti per la vittoria di Traiano in Dacia.

Le sue ossa vennero raccolte da alcuni fedeli e riportate ad Antiochia, ma in seguito all'invasione saracena, le reliquie furono condotte a Roma e sepolte, nel 637, nella basilica di San Clemente al Laterano, dove tuttora riposano.

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