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I Diavoli della Val Veny


Val Veny

Secondo la leggenda, in tempi remotissimi un branco di diavoli venne cacciato dai valichi del San Bernardo per poi rifugiarsi sul Mont Maudit.

Di tanto in tanto però i demoni lasciavano il "loro" monte per compiere scorribande in Val Veny, durante le quali venivano accompagnati anche da streghe e da altre entità malvagie.


I diavoli si divertivano a devastare i raccolti e a terrorizzare i contadini, e nonostante i tantissimi tentativi di esorcismo dei preti locali, le incursioni si facevano sempre più numerose e pericolose.


Tuttavia, proprio durante una di queste "seun-goga" (termine dialettale valdostano che indica il sabba, cioè la riunione di diavoli e streghe. Evidente la derivazione dalla parola "sinagoga"), uno dei diavoli si ferì e impossibilitato a a muoversi rimase fino all'alba a chiacchierare con un contadino, al quale rivelò che per scacciare i suoi simili serviva null'altro che una persona dal cuore puro.

I paesani si riunirono, e la scelta cadde su un umile frate del convento di San Francesco di Aosta.

Il giovane prete scalò la montagna maledetta, e invitò i diavoli ad andarsene una volta per tutte.


Le creature maligne cercarono ovviamente ogni modo per non obbedire al ragazzo, e lo accusarono di ogni minima cosa, dall'aver rubato dell'erba fresca per i suoi calzari all'aver preso un grappolo d'uva da una vigna.

Il prete rispose che i suoi calzari erano fatti di erba secca e che l'uva l'aveva regolarmente pagata e poi portata a un confratello impossibilitato a uscire dalla chiesa.

Di fronte alla totale innocenza e purezza del giovane, i diavoli furono costretti ad abbandonare la valle e a tornare all'inferno.

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