Hone-onna
- Alla scoperta del mito
- 2 giorni fa
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La Hone-onna ("Donna scheletro") è uno yokai che prende le sembianze di una giovane donna con il corpo completamente decomposto, di cui restano solo le ossa, nascondendolo però dietro l'aspetto grazioso e affascinante che aveva in vita.
La Hone-onna è infatti lo spirito di una fanciulla morta che riemerge dal suo luogo di sepoltura con l'intento di ricongiungersi alla persona che amava in vita o con quello di trovare qualcuno da sedurre e amare per l'eternità, e si manifesta perlopiù di notte in strade buie e presso i cimiteri.
Le sue vittime, confuse per la sua bellezza o per lo stupore di aver rivisto la persona amata, iniziano a intrattenere una relazione con lo spirito fatta di incontri notturni, al termine dei quali la donna si dilegua.
Durante ognuno di questi incontri la Hone-onna priva la sua vittima di energia vitale fino a prosciugarla del tutto portandola alla morte, e solo chi ha una forte fede religiosa può riconoscere le vere sembianze dello spirito ed eventualmente avvertire la vittima, che potrà proteggere la casa con amuleti in modo tale da non permettere più alla donna di entrare.
Lo spirito può però essere allontanato in maniera definitiva solo dietro una reale intenzione di porre fine agli incontri, e molto spesso capita invece che la vittima voglia un'ultima notte con lo spirito, col risultato che questa si riveli molto spesso fatale.
La leggenda più famosa in cui compare una Hone-onna risale alla raccolta cinese "Jiandeng Xinhua" arrivata poi in Giappone intorno al XVII secolo. Il racconto "La Lanterna di Peonia", venne adattato inoltre dallo scrittore Asai Ryōi, e trasposta in spettacoli di teatro Rakugo e Kabuki.
Il testo è ambientato durante la prima notte dell'Obon (festa dedicata ai morti, agli antenati e agli esseri negli inferni), durante la quale il samurai Ogiwara Shinnojō incontrò due donne, di cui una portava con sé una lanterna con un motivo di peonia. Il sammurai rimase folgorato da tale ragazza, e i due passarono la notte insieme.
La notte dopo i due si rividero e l'uomo si rese conto di essere del tutto innamorato della ragazza.
Il samurai ormai viveva in funzione solo di giacere con la sua amata, e passava i giorni trascurando ogni altra cosa in attesa dell'incontro serale con la ragazza.
Questi incontri notturni andarono avanti per venti giorni, fino a quando un anziano vicino di Ogiwara iniziò a preoccuparsi delle condizioni dell'uomo.
Decise quindi di spiare il samurai seguendolo nelle sue avventure notturne, e con estremo orrore scoprì che la ragazza con la quale giaceva Ogiwara era in realtà uno scheletro.
L'uomo avvertì allora il samurai e gli consigliò di recarsi in un determinato tempio. Ogiwara accettò, e arrivato al tempio vide la tomba di una ragazza chiamata Otsuyu, identica alla sua amata, sulla quale era posta la stessa identica lanterna con la peonia che la ragazza portava sempre con sé.
Il samurai lasciò quindi il tempio con un amuleto, donatogli dal sacerdote con le istruzioni su come utilizzarlo per tenere lo spirito lontano da casa sua.
Con l'amuleto attaccato alla porta, Otsuyu non si fece più vedere, ma Ogiwara iniziò a soffrire incredibilmente la mancanza della sua amata al punto da ubriacarsi tutti i giorni.
Un giorno, proprio dopo una di queste ubriacature, il samurai tornò di nuovo alla tomba della ragazza, e qui la Hone-onna gli apparse davanti convincendolo a passare di nuovo la notte con lei.
Solo qualche giorno dopo il cadavere venne ritrovato nella tomba di Otsuyu, stretto in un abbraccio con lo scheletro della ragazza.
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