Gnefro
- Alla scoperta del mito
- 6 apr
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La leggenda dello Gnefro ha origine in Umbria, e più precisamente dalla città di Terni e Rieti e dalle zone limitrofe.
Stiamo parlando di una creatura minuscola paragonabile a un folletto o a uno gnomo dalla pelle ruvida e squamosa, che vive in gruppi nei pressi della Cascata delle Marmore, del lago di Piediluco e lungo il fiume Nera.
Normalmente di statura molto bassa e con una testa sproporzionata rispetto al resto del corpo, talvolta lo Gnefro può apparire ai viandanti anche sotto forma di un bambino.
Il suo habitat ideale sono i luoghi umidi e vive nascosto tra i sassi, i ceppi e le cavità del terreno, e raramente si allontana da quella che ritiene casa sua.
Oltre a potersi trasformare, come già detto, in un bambino, ha anche la capacità di assumere uno stato liquido fondendosi di fatto ai corsi d'acqua.
Dall'indole giocherellona e dispettosa, lo Gnefro è anche abbastanza timido, e raramente si lascia avvicinare, rendendosi invisibile di giorno e nascondendosi di notte.
Tuttavia, quando lo fa è capace di incantesimi di protezione verso i suoi "amici" umani, che verrebbero così risparmiati dagli scherzi e dai dispetti dei suoi simili, che in ogni caso non arrecano mai reali danni.
Ai giorni d'oggi il termine "gnefro" è entrato addirittura nel vocabolario degli abitanti di Terni, nel quale assume il significato di "sciocco".
È infatti spesso possibile ascoltare l'espressione "mó férmete, nun facissi tantu lu gnefru" (ora basta, non fare troppo lo stupido), rivolta a chi sta esagerando in scherzi e dispetti.
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