Ganimede
- Alla scoperta del mito
- 13 apr
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Principe di Troia, Ganimede era un ragazzo dotato di una bellezza tale da essere descritto da Omero come il più bello di tutti i mortali del suo tempo.
Proprio a causa della sua bellezza, Zeus lo scelse per il ruolo di coppiere degli dèi in sostituzione di Ebe, che non si era rivelata all'altezza.
Dopo aver scovato il ragazzo sulle pendici del monte Ida mentre pascolava il suo gregge, Zeus si camuffò da enorme aquila e portò Ganimede sul Monte Olimpo.
Per ripagare i genitori del ragazzo, Zeus offrì loro una coppia di cavalli divini, un tralcio di vite d'oro, e infine creò la costellazione dell'Acquario affinché ricordassero che ormai il loro ragazzo era in cielo e immortale.
Al loro arrivo sull'Olimpo tutti gli dèi furono riempiti di gioia nel vedere tale bellezza in mezzo a loro.
Tutti, tranne Era.
La consorte di Zeus considerava infatti Ganimede come un rivale pericoloso per via di tutto il tempo che il marito passava con il ragazzo e per le attenzioni che gli riservava.
In poesia e filosofia Ganimede divenne un simbolo dell'attrazione e del desiderio omosessuale rivolto verso la bellezza giovanile dell'adolescenza.
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