Elas Molan
- Alla scoperta del mito
- 31 mar
- Tempo di lettura: 2 min

Immerso nella distesa dei deserti del Nord Africa si trova una raccolta di miti e leggende accattivanti, amati dalle tribù nomadi berbere che hanno attraversato la regione per secoli. Tra questi racconti, una figura emerge come particolarmente intrigante: Elas Molan, il venerato guardiano delle sacre sorgenti termali nella mitologia berbera, in particolare nella tradizione berbera tuareg.
I berberi, autoidentificati come "Imazighen" o "Uomini liberi", abitano un vasto territorio che abbraccia il deserto del Sahara occidentale e il Sahel, con il loro folclore profondamente intrecciato con il loro patrimonio culturale.
Rinomato come il guardiano di Tafédek, una preziosa sorgente di acqua calda nel Niger, il dovere principale di Elas Molan è salvaguardarne la sacralità, in particolare per il benessere dei bambini, ed è rappresentato come un imponente primate di proporzioni leggendarie, con il corpo ricoperto in parte da una pelliccia rossastra, che si dice sia resistente a qualsiasi arma, e in parte da una pelliccia bianchissima, che ricorda le acque che da lui protette.
Il suo nome deriva dall'unione delle parole berbere "Elas" (gigante o forte) e "Molan", che potrebbe derivare da "aman" (acqua) o da "amlan" (protettore, guardiano), a sottolineare il suo ruolo fondamentale come difensore delle acque sacre.
Le leggende lo ritraggono come resistente alle armi convenzionali, con lance e spade inutili contro la sua folta pelliccia e il fisico robusto.
Inoltre, Elas Molan è in piena sintonia con l'ambiente che lo circonda, possiede acute capacità di osservazione e può udire viaggiatori a lunghissime distanze, riuscendo così a capire in anticipo le loro intenzioni.
Alcuni indizi suggeriscono anche che Elas Molan possieda la capacità di comunicare con gli umani, sebbene l'intera portata di questa capacità rimanga avvolta nel mistero. Si ipotizza che possa trasmettere avvertimenti attraverso gesti o ruggiti sonori, o forse possieda una rudimentale forma di comunione telepatica.
Comentarios