Babi Ngepet
- Alla scoperta del mito
- 1 apr
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Anche conosciuto con il nome di "Demone Cinghiale", è per l'appunto un demone appartenente alla mitologia Giavanese e che si manifesta prendendo forma di cinghiale.
Secondo il mito locale la creatura sarebbe la manifestazione di un praticante di magia nera, e nel caso specifico di magia mirata alla ricchezza istantanea.
Pur di diventare ricchi, i praticanti sacrificano la loro umanità e acconsentono di diventare dei cinghiali, o di farsi possedere da un Demone Cinghiale, per un certo periodo di tempo.
La trasformazione è molto simile a quella del Lupi Mannari presente in Occidente.
Secondo il mito, dopo la trasformazione il Demone Cinghiale vaga per i villaggi strofinando il corpo contro muri, porte e abitazioni. In questo modo ogni oggetto di valore degli abitanti di tale dimora sparisce magicamente e si trasferisce direttamente nel nascondiglio del demone.
La persona che pratica la magia utile a trasformarsi in un Babi Ngepet ha sempre bisogno di un assistente, il cui compito sarà rimanere nel nascondiglio e controllare la candela rituale accesa dal praticante.
Se infatti la fiamma si spegne o inizia a traballare, vuol dire che il demone è in difficoltà, catturato o ucciso.
Il Demone Cinghiale sarebbe il motivo per cui i Giavanesi cacciano e uccidono i cinghiali che di notte vagano per il villaggio, nonostante le versioni scettiche e realistiche associno l'origine della creatura e della caccia al cinghiale a una più semplice protezione di campi e granai.
Inoltre, l'associazione tra cinghiali, o maiali, alla ricchezza risale ai credi Giavanesi pre-islamici e pre-hindu che associavano tali animali proprio alla ricchezza, alla prosperità e alla fortuna.
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